jeudi 28 mars 2013

Nelle scarpe di... Style begins at Forty

Curiosi di sapere chi è l'invité mystere di questo nostro primo appuntamento?
Io e Gioiuzza abbiamo scelto Silvia di StylebeginsatForty.
Perché Silvia? perché Silvia ha classe e un gusto impeccabile, perché ha viaggiato tanto, ma soprattutto perché è una Donna con la d maiuscola. Qualità assai rara.
Allora, siete pronti per sentire cosa ci racconta?

Mini: Ciao Silvia.
Silvia: Ciao Minichic, grazie per avermi invitato sul tuo blog! 

Mini: Parlami un po' di te.
Silvia: Quando mi fanno questa domanda sono sempre un po' imbarazzata, non so perché, comunque provo a risponderti: mi chiamo Silvia e sono innanzi tutto una mamma, i miei “petits” sono oramai grandi purtroppo, una ha addirittura già lasciato il “nido” (Ah se si potesse fermare il tempo!).
Sono una giramondo e a causa del lavoro di mio marito ho vissuto in molte città diverse. Ho passato molti anni in Brasile dove ho lavorato come “cool hunter”, ora però vivo in Italia dove tra una traduzione e l'altra mi occupo di consulenza di immagine.

Mini: Presentaci brevemente il tuo blog.
Silvia: Il mio blog, nato lo scorso anno, si chiama Style begins at Forty. L'idea iniziale era di fare un blog focalizzato su un pubblico di over 40, col passare del tempo però mi sono resa conto che è un blog sicuramente scritto da una over 40 ma che i miei lettori in realtà sono persone di ogni età, anche e fondamentalmente perché lo stile non ha limiti d'età.
Nel blog ci sono mie riflessioni sulla moda, segnalazioni di negozi o ristoranti che mi colpiscono quando viaggio e descrizioni di alcuni aspetti del mio lavoro di consulente, soprattutto quelli relativi all'analisi dei colori.

Mini: Tu sei anche consulente d'immagine. Come mi vestiresti
- per un pic-nic al parco
Silvia: La parola d'ordine è “rotolarsi sull'erba” e quindi ti vedrei con un pantalone a salopette a righe o a quadretti vichy col fondo arrotolato, una maglietta col collettino rotondo e delle scarpette di tela tipo Converse oppure se fa ancora freddo jeans, camiciona a fiori (con sotto una t-shirt a manica lunga), gilet di maglia coi bordi di pelo e indianini con le frange.
- per una festa di compleanno
Silvia: La parola d'ordine qui è “giocare e scatenarsi” e quindi sceglierei una comoda gonnellina corta a balze volendo anche di pizzo, felpa lunga, collant pesanti e mary jane.
- per un pomeriggio di shopping
Silvia: La parola d'ordine in questa occasione è “non far sfigurare maman” (Silvia, ma è Maman che rischia di farmi sfigurare, con quelle sue converse a buchi, comunque continuiamo...) e quindi ti metterei un vestitino a righe marinière fatto come una lunga maglia, collant pesanti, converse e sopra un parka.
Mini: Le scarpe di cui non puoi fare a meno?
R: In questo periodo impazzisco per i lace-up sandals di Tom Ford non solo nella versione originale ma anche in quella low cost (che ho io), sono così versatili! Rendono attuali i tubini più classici e stanno benissimo con ogni foggia di jeans dai boyfriend agli skinny.
Mini: L'ultimo libro letto?
R: Fai bei sogni di Massimo 
Gramellini
Mini: Il viaggio che hai amato di più?
R: Li ho amati tutti, mi piace molto viaggiare, però quello che mi ha entusiasmato di più è stato quello in Rio Grande do Sul, all'estremo sud del Brasile, anni fa con i bambini piccoli. I leoni di mare, gli accampamenti di indiani Tupi-Guarani, i resti delle antiche missioni, i rigogliosi vigneti, i gauchos, le pampas, i canyon, la luce bianca e accecante e quell'aria rarefatta tutto intorno ci hanno davvero emozionato.

Mini: E per concludere facciamo il gioco del se fossi..., saresti...
- se fossi un colore sarei il rosa
- se fossi un mese o stagione sarei la primavera
- se fossi un oggetto sarei un caleidoscopio
- se fossi una città sarei New York
se fossi un fiore sarei una mimosa
- se fossi un animale sarei una pantera
- se fossi una canzone sarei Seven Days in Sunny June dei Jamiroquai
- se fossi un gelato avrei gusto di liquirizia

Mini: Grazie Silvia :-)

E voi, conoscevate già Silvia?

lundi 25 mars 2013

Nelle scarpe di...

Che ne dite se inaugurassimo un nuovo appuntamento in cui vi presento le mie blogger preferite?
Lo chiameremo "Nelle scarpe di...". Questa veramente è un'idea di Gioiuzza, perché sostiene che per gli adulti le scarpe sono molto importanti. (Solo per gli adulti, Gioiuzza? e Cenerentola, e il Gatto con gli Stivali?)
Intanto vi faccio vedere alcune delle mie di scarpe, non tutte perché le lascio in giro per casa e ritrovarle tutte è una vera e propria caccia al tesoro (o alle uova di Pasqua, come si usa qui da noi).



E poi vi dico anche che io e Gioiuzza abbiamo già scelto la nostra prima blogger del cuore. Curiosi eh? più tardi ve la presento, intanto vi faccio vedere le sue scarpe preferite.



Au Cadran du Faubourg

Il Cadran è un bar di quartiere dove vado spesso per l'aperitivo con Gioiuzza e Chèri. Non solo è proprio sotto casa, ma poi ti portano le frites (patatine fritte) più grosse di Paris, e faites maison. 
Consiglio di una habitué: se volete la vostra "assiette de frites", andateci dopo le 18, perché il cuoco arriva sempre a quest'ora.




Visto che, come vi ho raccontato, non siamo potute andare ad Atene, io e Gioiuzza abbiamo ripreso la nostra abituale vita parigina: lo shopping, le passeggiate lungo il Canal Saint Martin, la vita di quartiere e gli aperitivi al Cadran.
Eccomi alle prese con una delle gigantesche frites: mini vs frite, chi vincerà? a me sembra di avere buone possibilità, e la bocca abbastanza grande.



Naturalemente ho portato con me la mia nuova banda di amici, comprati la mattina al Disney Store sugli Champs Elysées. Io adoro Mickey, proprio come Gioiuzza. 
Lo sapete che ha una collezione di Topolino enorme? lo compra ogni mercoledì da quando aveva cinque anni. (ehi Gioiuzza, perché non dovevo dirlo? vorresti farci credere che leggi solo trattati di filosofia?)




E a voi, piacciono le frites?

Minichic indossa: cardigan Zara Baby

dimanche 24 mars 2013

Itaca

Come vi avevo detto, io e Maman avremmo dovuto raggiungere la Cassenoisette Grand-mère ad Atene. Perché avremmo? perché Gioiuzza ha perso i documenti e così non siamo riuscite a partire.
Quella furba di Gioiuzza se ne è accorta solo in aereoporto, arrivata al check in. 
Lei sostiene che devono averceli rubati in metro mentre andavamo in aeroporto, io invece credo che li abbia persi lei.
Però, siccome lei è capacissima di dire che li ho presi io dalla sua borsa per giocare, come faccio spesso con le carte di credito, forse mi conviene stare zitta e fare finta di credere alla versione del furto. 
Comunque i greci sono stati gentilissimi ed hanno accettato di posticipare la data del nostro soggiorno in albergo. Lo stesso non può dirsi di Easyjet, i biglietti d'aereo li abbiamo persi. 
Così siamo rimaste a Paris, e Gioiuzza si sta ancora riprendendo da questo durissimo colpo. Naturalmente fa finta di fare la dura, e si prende in giro con queste foto allo youghurt greco del Monoprix ( a proposito, avete visto che bello il packaging dei prodotti Monop?). Ma in realtà si vedeva già a fare foto al Partenone, e neanche i baklava presi in abbondanza da Baklavaci servono a tirarle su il morale.
Per fortuna il viaggio è solo rimandato, e presto andremo ad Atene. In fondo anche Ulisse, non è che ci sia arrivato proprio subito ad Itaca, evidentemente la Grecia bisogna proprio meritarla.



mercredi 13 mars 2013

Dublino City Guide-Shopping a Dublino

Domani io e Gioiuzza partiamo per Atene, ma prima voglio improvvisarmi personal shopper per voi e consigliarvi cosa portare a casa da Dublino. 
Certo poi magari voi siete tipi che vi piace bere, e riempirete la valigia di lattine di Guinnes e fiaschette di Bayley's (le tavolette di cioccolatto al bayley's non sono male hic), ma va bene lo stesso, vi faccio vedere cosa ho comprato io.
Come prima cosa, direi l'immancabile fisherman pull, il maglione delle Isole Aran.
Si racconta che la lavorazione di questi maglioni, il cosiddetto pattern, varia a seconda delle famiglie; questo perché, un tempo, quando un pescatore moriva in mare, e il mare restituiva un corpo non riconoscibile, l'identificazione era resa possibile dal pattern del maglione che indossava.
Non fate caso al caratteristico odore di pecora, è un inconveniente al quale si può facilmente ovviare con ripetuti lavaggi a mano (richiesti dalla composizione 100% lana, non provate a metterlo in lavatrice se non volete ritrovarvi con un maglione per il vostro chihuahua) ed una lunga esposizione all'aria aperta, meglio in zone ventilate. 
Così, se come me lo avete comprato ad ottobre, per Natale avrete il vostro caldo fisherman pull. Perfetto per le feste di fine anno in famiglia, magari abbinato ad una mini in paillettes come l'ha indossato Gioiuzza, che però ha scelto il modello classico, senza bottoni.



Restando in tema vestimentario, un kilt, con la sua mantellina abbinata (potete vederla qui), naturalmente da indossare rigorosamente separati; come direbbe la mia madrina, non si devono incontrare neanche nell'armadio.


Sempre per la sua Mini, Gioiuzza ha preso un astuccio da scuola a pecorelle con i colori e le gommine coordinate, una palla a pecorelle e questa bellissima bambola di pezza, guardate che faccetta simpatica.


Se come me e Gioiuzza amate il kitch, allora non avrete che l'imbarazzo della scelta nei numerosissimi negozi di souvenirs in cui vi imbatterete quasi ad ogni angolo di strada. Io ho preso questi magneti da frigo, adattissimi anche per fare dei regalini agli amici.




Per la gioia di amiche o fidanzate, vi consiglio un claddagh ring, il classico anello della tradizione irlandese, che può essere offerto in segno d'amicizia o come pegno d'amore. A secondo di come lo si porta, con la punta del cuore rivolta verso il basso o l'alto, indica se si è single o se il proprio cuore è già stato catturato.



E perché non portare un regalino anche alla vostra casetta? ecco un poster che adornerà perfettamente la vostra porta d'ingresso, che ne dite?


Non possono mancare dei cd di musica celtica; se come me e Gioiuzza avete speso circa 300 euro in uno dei numerosi Carrols della città, non preoccupatevi, il tizio alla cassa ve ne farà gentilmente omaggio.

Infine, essendo in terra britannica, è doveroso un giretto da Office per le scarpe.
Io e Gioiuzza abbiamo scelto queste converse a frange, è stato un colpo di fulmine.



Quindi riepilogando, totale del bottino: 

  • tre fishermann pulls
  • un kilt e una mantellina in tartan
  • una felpa Dublin College in verde bosco
  • vari magneti da frigo, mugs etc a pecorelle
  • qualche claddagh ring (perfetti da regalare alle amiche di Gioiuzza)
  • un poster Irish Doors
  • una bambola di pezza
  • un astuccio da scuola a pecorelle con le gommine coordinate
  • una palla sempre a pecorelle beeeh
e un cospicuo sovrappezzo da pagare ad Air Lingus per bagaglio eccedente il peso regolamentare.
Adesso corro a preparare la valigia per Atene, ci sentiamo al mio ritorno.


mardi 12 mars 2013

Home sweet home

Oggi nevica tanto tanto e così Gioiuzza ha deciso che stamattina staremo a casa, e allora ho pensato di farvi vedere dove abito.
Pronti per il giro di perlustrazione? faremo prestissimo, perché casa nostra è veramente minuscola.
Cominciamo con ordine.
Questo è quello che vede Gioiuzza quando si sveglia la mattina. No, non è un tramonto, è un'alba. Qui da noi fa giorno più tardi rispetto all'Italia perché siamo più a nord, in inverno alle otto del mattino è ancora buio.
Gioiuzza, anche se adesso non lavora più, ha mantenuto l'abitudine di svegliarsi presto e fa una pantagruelica leggera colazione leggendo le mails, un momento tutto suo prima che mi svegli anche io. 




Questo è il soggiorno-salone-cucina-studio-stanza tuttofare, insomma l'avete capito l'unica stanza della casa a parte la camera da letto. 

Papà dice che prende un sacco di spazio quel comptoir in muratura in mezzo alla stanza e che adesso non si fa più, lui vorrebbe una cucina isola, ma a Maman piace così, perché le piace cucinare mentre noi siamo lì a giocare o leggere. Così la sera Papà o gli amici prendono l'aperitivo al banco arrampicati sugli sgabelli alti, e lei non deve voltarci le spalle mentre cucina.
In fondo, accanto al mio seggiolone della marca svedese Stokke, che Papà ha scelto perché mi seguirà per tanti anni, c'è una deliziosa gabbietta art déco che Gioiuzza ha scovato alle pulci di Clignancourt. L'ha inghirlandata con delle lucine di Natale, e dentro ci ha messo una Barbie; se guardate da vicino, sotto la poupée trovate anche diverse paia di scarpette da Barbie che Gioiuzza compra per 50 cents nei vari mercatini. 
Maman ne è tutta soddisfatta, neanche fosse una installazione degna della Fiac, io invece milito per la liberazione di Barbie, sicuramente starebbe meglio a  giocare con me.



Di fronte c'è la libreria, la basicissima Billy di Ikea. Per una volta tanto Gioiuzza e Chéri sono d'accordo dicendo che la preferirebbero bianca, ma tanto fra un po' cambieremo casa perché questa è veramente piccola e allora ne compreranno una bellissima. 

Anche perché Papà ha tanti libri, qui ne vedete meno della metà, gli altri sono rimasti a casa dei nonni. I nonni hanno una bella casa, grande, vecchia (Maman mi ha spiegato che si dice antica) e con le scale, ma loro stanno in Provenza.




Infine il comodo divano-letto Ikea che una volta si è chiuso con la cassenoisette grand-mère dentro, riducendola ad un sandwich umano.
Sul muro un olio di Viallat, ricevuto in regalo da Papà per il suo quarantesimo compleanno. 
E no, non avete le allucinazioni, quelle sul termosifone, accanto all'Uomo della Roccia, sono proprio delle scarpe. Gioiuzza, quando ne compra di nuove e non le mette perché poi è sempre in baskets, le utilizza come "complemento d'arredo", così dice lei ammortizza la spesa, e poi "sono così belle che è un peccato lasciarle nella scarpiera" (dixit sempre Gioiuzza).


Mi piacerebbe anche farvi vedere il balcone con i fiori di Gioiuzza, ma adesso nevica veramente tanto ed è tutto bianco, magari la prossima volta.

lundi 11 mars 2013

Petit matelot

Ecco una parte del bottino di sabato.
Beh, niente di nuovo, dirà chi mi conosce.
Dovete sapere infatti che Gioiuzza adora le marinières, ma purtroppo le stanno malissimo. Così riversa la sua frustrazione comprandomene a quintali, perché a me invece stanno d'incanto.


Un giorno vi farò vedere un collage con le foto di tutte le marinières della mia vita (Gioiuzza, già da prima della mia nascita, prende maniacalmente in foto tutti i miei vestitini appena acquistati).
Per il momento accontentavi di questa foto di me a tre mesi, in total look "petit matelot".


Marinières H&M
Minichic indossa: completo e cappello da marinaio H&M, telo da mare Petit Bateau

A scuola

No, non lasciatevi ingannare dal titolo, non vado a scuola, non ancora.
Ma ecco il regalo di Papà: una scrivania e una sedia dal look deliziosamente vintage.
Les Gambettes infatti rivisita le linee dei banchi di scuola di un tempo, ma in colori assolutamente moderni: prugna, giallo limone, rosso coquelicot...



Io ho subito adottato la mia nuova scrivania, e mi metto a mio agio, proprio come i grandi. Che ne dite?



Così mi preparo per quando andrò a scuola. 
Mmmmm, ma mi hanno detto che non è così facile, ci sono tante cose da imparare...

Participe passé
4 et 4 font 8
Leçon de français
De mathématiques
Que de, que de, travail, travail

Qui a eu cette idée folle
Un jour d'inventer l'école

Canzone: Sacré Charlemagne di France Gall




Scrivania Véra e sedia Little Suzie di Les Gambettes

Cupcakes et jolis cadeaux

Come vi avevo promesso, eccovi di ritorno con lo shopping del week end.
Gioiuzza e io abbiamo fatto qualche acquistino primaverile, che vi mostrerò più tardi, perché qui è tornato il freddo brrrrr. Però Papà sabato mi ha fatto un très beau cadeau.
Vi racconto come è andata.
Venerdì pomeriggio dopo il lavoro, Papà si stava recando a ritirare delle cupcakes offerte dalla zia Sophie. Lungo la strada, si è imbattuto in questa jolie boutique per bambini, Les enfants d'abord.
Prima Papà non prestava attenzione ai negozi, solo alle librerie (dovete sapere che Chéri è un topo di biblioteca, figuratevi che lui e Giouzza si sono conosciuti alla Sorbona dove Papà ha insegnato per un periodo). 
Ma da quando ci sono io non riesce a resistere ai negozi per bimbi.
Così irresistibilmente attratto dalla vetrina rosa confetto, non ha potuto fare a meno di entrare, e lì c'era lui, il mio regalo.
Papà è tornato a casa e ne ha parlato a Gioiuzza, che ha detto che le sembrava un'ottima idea. 
Così sabato mattina siamo andati a prendere il mio regalo.


Riuscite ad indovinare di cosa si tratta? 
Intanto io faccio un pisolino, e appena mi sveglio faccio merenda con le cupcakes, poi vi faccio vedere il mio regalo, Gioiuzza ha già fatto tante foto.
Ah, dimenticavo: io ho una tecnica infallibile per mangiare le cupcakes. Divoro il topping, e il resto lo lascio a Maman dopo averlo accuratamente leccato. E voi?

samedi 9 mars 2013

Verde prato e giungla urbana

Restiamo in Provenza, ho ancora qualche foto da mostrarvi prima di tornare a Paris per lo shopping del week end.
Come vi avevo detto nel post precedente, da brava bimba mantengo le mie promesse e porto a passeggio Médor, mentre mi diverto a raccogliere le ultime castagne autunnali.
Avete visto come sono verdi i prati in Provenza? 




Ecco Médor stremato dopo aver corso nei prati, ed ecco gli stivali di Gioiuzza. Si, lo so che non c'entrano niente, ma che ci volete fare, anche lei ogni tanto vuole il suo spazio.



Questi stivali (modello Mexico di André) hanno una storia, se volete ve la racconto. Vi raccomando però, animi sensibili non continuate la lettura, perché alcune scene potrebbero turbarvi.
Dovete sapere che Gioiuzza l'inverno scorso ha cercato invano questi stivali, arrivando perfino a telefonare, lista alla mano, a tutti i negozi André di Francia. 
Ormai arrivato il periodo degli sconti, si era (quasi) rassegnata e consolata con altri due paia di scarpe, un paio di ankle zepputi e frangiati non in saldo e un paio di derbies a paillettes dorate. 
Nonostante tutto, aveva passato una pessima estate, rimpiangendo questi stivali.
Però la speranza quando si ama è l'ultima a morire, e quindi Gioiuzza si recava periodicamente (quasi tutti i giorni) nel negozio Andrè vicino casa, che vanta nel retro un corner stock con le rimanenze degli anni passati. 
Finché un giorno la fortuna le sorride, e cosa vede nel reparto dei 38? questo paio di stivali Mexico.
Gioiuzza si avvicina per assicurarsene, pensando che si tratti di un'allucinazione, come un assetato nel deserto, ma il miraggio è ben lì, reale.
Però Gioiuzza non è la sola, un'altra persona si avvicina all'oasi agognata con espressione avida, e punta dritto verso gli stivali di Gioiuzza (si perché Gioiuzza li considera già suoi).
Gioiuzza e il nemico si scrutano, a distanza, aspettando il momento buono per agire. Gioiuzza fa un passo verso lo scaffale, il nemico tende la mano.
Con mossa repentina, Gioiuzza afferra la (pesante) scatola degli stivali e la butta sul passeggino. Si, perché il nemico non avrà mica il fegato di togliere il bottino dalle mani di una bimba innocente? 
In fondo non si dice che "en amour comme à la guerre, tous les coups sont permis"? e questo è stato veramente un colpo (di scatola).
Nel frattempo, il nemico ghermisce la scatola accanto a quella degli stivali, un paio di derbies rosse e dorate che neanche Wonder Woman...
Gioiuzza e il nemico si guardano rassicurate, non hanno più nulla da temere l'una dall'altra, mentre io cerco di respirare da sotto la scatola degli stivali.
Eh si, mi ha detto Gioiuzza andando alla cassa, è duro ma lei mi insegnerà tutto, la vita è una giungla e queste sono ordinarie scene di guerriglia urbana.

Minichic indossa: sweat H&M, t-shirt e shorts Monoprix, collant Du pareil au même, scarpe H&M
Gioiuzza indossa: stivali André modello Mexico

Médor

Vi ho già presnetato il mio cane Médor? No?
Si, perché dovete sapere che tutti in famiglia hanno un cane, ad esempio i nonni hanno Thelma, lo zio Joey e la Casse-noisette Grand-mère hanno Pablo etc... 
Io invece ho Nairi, ma è un gatto, e cosi ho detto che volevo anche un bau, e guardate la nonna Denise che sorpresa mi ha fatto. 
Naturalmente ho promesso di occuparmene bene e portarlo spesso a passeggio. 
Però ho come l'impressione che c'è qualcosa che non quadra, e che "je me suis faite avoir" (prendere in giro, ndr), ma non so perché, devo cercare di capirlo. Voi che dite?


Minichic passeggia: cane Fisher Price

mercredi 6 mars 2013

Et nous avons des nuits...

Et nous avons des nuits plus belles que vos jours (Jean Racine, Lettres d'Uzès)

Come vi dicevo, spesso andiamo dai nonni in Provenza.
Maman quando lavorava diceva sempre che il suo sogno era di cambiare vita e trasferirsi a fare marmellate in Provenza. Adesso che ha smesso di lavorare, siamo ancora a Paris, Gioiuzza mica diceva sul serio, ma va bene anche così, in fondo sono solo tre ore di treno. 
La stagione che preferisco in Provenza è l'autunno. 
Beh, in realtà mi piace anche l'inverno perché c'è Natale, la primavera perché l'aria è zuccherina e profumata di fiori, e l'estate, perché a luglio andiamo al festival del teatro di Avignon.
Però l'autunno ha un fascino un po' segreto, intimo, e bisogna saperlo ascoltare. L'autunno è pomeriggio di velluto dall'odore di muschio.
Una passeggiata nei boschi, un giro in paese, c'è poca gente per strada.



Andare alla vecchia boulangerie in piazza per comprare la galette per il thè delle cinque, Gioiuzza la mangerà lasciando nel piatto tutti i canditi.
Leggere un libro sul divano... ci avete creduto eh? è di Gioiuzza il libro, io non so ancora leggere!
Perfetti pomeriggi d'autunno.




lundi 4 mars 2013

Portrait

Di fretta, vi lascio una foto che Maman ama particolarmente. Scattata in Provenza durante le vacanze di Natale, Gioiuzza adora questa luce.
Spero di tornare presto, ma purtroppo non ho per il momento delle foto nuove da mostrarvi, perché Maman ha dimenticato il caricabatterie della macchina fotografica in Italia. Così siamo costrette ad aspettare che Amazon ci consegni quello nuovo. Un duro colpo per Gioiuzza. Signor Amazon ti prego fai in frettissima. 
Nel frattempo, ne approfitto per andare in giro e fare shopping, ho voglia di giallo limone e di blu elettrico questa primavera.
A presto,
la vostra Mini

dimanche 3 mars 2013

Dublino City Guide-Irish breakfast

Oggi voglio farvi vedere cosa ho mangiato a Dublino.
Non aspettatevi foto del tradizionale stufato di carne, l'irish stew, perché Gioiuzza è vegetariana. 
Magari ci soffermiano sulla colazione, che secondo Gioiuzza è il pasto fondamentale della giornata e va arrosato con almeno un litro di thè, gusto russo o se proprio va male earl grey, Giouzza è una gran rompi in fatto di thè.
Questo è il tradizionale Irish breakfast (naturalmente non mangiando Gioiuzza carne, la foto è stata fatta al piatto del vicino, perché i pudding, quei cosi tondi accanto alle salsicce, sono fatti di carne e sangue bleah).



Altro piatto tipico (noi lo abbiamo mangiato a colazione, ma va benissimo anche all'ora del thè) sono gli scones, ottimi con burro e marmellata. Vi consiglio quelli del Keoghs Café in Trinity Street, sono enormi.







Qui mi vedete alle prese con la marmellata, guardate, mangio da solo con il cucchiaino!



Per il resto nulla da segnalare, tranne i boxty di cui vi ho già parlato, e le solite cupcakes, che prima se ti veniva voglia dovevi prendere un eurostar direzione la cara vecchia Londra e adesso invece impazzano dovunque. Anche se certo non sono male, anzi... e poi vuoi mettere quelle con la decorazione di Halloween?



Infine per terminare un giro al supermercato, imperdibile secondo Gioiuzza.
Vi state leccando i baffi? la prossima volta vi farò gustare feta, olive e lokoum, fra due settimane io e Gioiuzza andiamo ad Atene.





samedi 2 mars 2013

Ciao Nonna

Vi ho già parlato della Nonna, detta la Casse-noisette Grand-mère, e certo non per il suo talento di ballerina.
Adesso ve la faccio vedere. Queste siamo io e lei l'anno scorso (ero piccolina, avevo da poco compiuto un anno), sedute ad un tavolino del Café de la Poste in rue du Faubourg Saint Denis.
Beh, questa volta è inutile che cliccate su Café de la Poste, il link non c'è. No, non l'ho dimenticato. Il Café de la Poste è uno dei pochi bar che resiste alla "boboizzazione" del quartiere, e il sito internet non ce l'ha. No, neanche una pagina facebook, niente.
Però il pomeriggio c'è il sole sui tavolini che danno sulla strada, ed è piacevole sorseggiare un perrier menthe. E fanno uno dei migliori couscous di Parigi. 
Ok, se proprio insistete ve lo faccio vedere su Google Maps. Cool, c'è anche la funzione satellite! Ehi ma cos'è quel puntino piccolo piccolo che ride laggiù? ehi, ma sono io... ciao Nonna!






Minichic indossa: cardigan H&M, tuta petit Bateau, sandali Okaidi. Bambola Dino (Contadino) Corolle.

vendredi 1 mars 2013

R come...

Oggi sono stata con Maman e Papa al Centre Pompidou a vedere la mostra Salvador DalÌ.
Mi è piaciuta molto, anche se, se proprio devo essere sincera, mi è piaciuto di più quando Maman mi ha portata al Museo Magritte a Bruxelles, ma questo magari ve lo racconto un'altra volta.
Non ho fatto foto, perché Gioiuzza sostiene che non ha senso fare foto alle mostre, avete presente i turisti che al Louvre sono tutti con il braccio alzato davanti alla Gioconda per cercare di immortalarla e tornano a casa con foto invariabilmente mosse e senza interesse? Ecco, Gioiuzza dice che se voglio delle foto della mostra devo solo andare alla boutique del museo e comprare delle cartoline, che poi si possono sempre riciclare come segnalibri.
Quindi vi dovrete accontentare di questa foto, scattata nello spazio allestito appositamente. Non c'è una certa somiglianza con la famiglia Addams? Io sono sicura che sarei una perfetta Mercoledì.



La mostra era al sesto piano, dal Centre Pompidou si gode uno dei più bei panorami di Paris, così all'uscita Gioiuzza ne ha approfittato per scattare qualche foto.



Poi siamo scesi per andare a vedere l'esposizione De la lettre à l'image dedicata ai bambini (jeune public). C'erano tanti segni, che poi Gioiuzza mi ha detto che sono lettere dell'alfabeto, di tutte le dimensioni, scritte o proiettate sul muro, di cartone, di polisterolo, e ci si poteva giocare e perfino lanciarle. 
Eccomi con una grande R. Perché una R? Perché in the real life non mi chiamo Minichic, ma il mio nome inizia per R. Sapreste indovinare come mi chiamo?